Moni Ovadia, “Oylem Goylem”: un grande cult, antidoto contro violenza, intolleranza e razzismo.

Moni Ovadia, “Oylem Goylem”: un grande cult, antidoto contro violenza, intolleranza e razzismo.

PORDENONE- Torna quest’anno nei teatri lo spettacolo cult di Moni Ovadia, “Oylem Goylem” un vero e proprio fenomeno epocale che, con la forza della sua solenne semplicità e vitalità, ha reso familiare e necessaria all’Italia la tradizione del mondo yiddish, spietatamente annientato dalla Storia. Questo classico intramontabile delle scene, inimitabile cabaret yiddish con musiche klezmer che, da quasi trent’anni, non smette di incantare per arguzia, poesia e malinconia, è atteso al Teatro Verdi di Pordenone venerdì 20 gennaio (inizio ore 20.30) in occasione dell’imminente Giornata della Memoria. Si ride, ci si commuove, ci si indigna di fronte a stereotipi come quello dell’ebreo ricco e avaro, mercante senza scrupoli e spericolato finanziere, ma anche per i ritratti a punta secca di rabbini, yiddishe mame e figli vessati. Moni Ovadia e i musicisti della Moni Ovadia Stage Orchestra danno vita a una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza di brani musicali, canti, storielle e aneddoti. La lingua, la musica, e la cultura yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di questo successo senza tempo. Si potrebbe dire che lo spettacolo ha la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica. Ovadia dà vita con i suoi musicisti a una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica; una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare. Uno spettacolo che “sa di steppa e retrobotteghe, di strade e sinagoghe”. “Oylem Goylem” è un esempio di come in uno spettacolo di centoventi minuti si possono fondere umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in una formula linguisticamente internazionale. Un grande cult, antidoto contro violenza, intolleranza e razzismo. Vista la grande richiesta, il Verdi ha deciso di aprire a tutto il pubblico la recita mattutina pensata per le scuole di sabato 21 gennaio (inizio ore 10) con posti nel settore di prima galleria. In scena con Moni Ovadia in questo allestimento di Corvino Produzioni e Centro Teatrale Bresciano Maurizio Dehò al violino, Luca Garlaschelli al contrabbasso, Paolo Rocca al clarinetto, Albert Mihai alla fisarmonica, Marian Serban al cimbalom.

Per i prossimi appuntamenti del Verdi, da segnalare l’arrivo – martedì 24 e mercoledì 25 gennaio – di un grande successo dell’ultima stagione teatrale italiana, Chi ha paura di Virginia Woolf? firmata dal regista Antonio Latella. Protagonista un’acclamatissima Sonia Bergamasco con una prova d’attrice che le è valso il Premio Ubu come migliore interprete femminile. Info e biglietti: www.teatroverdipordenone.it; biglietteria@teatroverdipordenone.it Tel 0434 247624

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