LO STRANIERO, UN’INTERVISTA IMPOSSIBILE<br>FABRIZIO GIFUNI

LO STRANIERO, UN’INTERVISTA IMPOSSIBILE
FABRIZIO GIFUNI

LO STRANIERO, UN’INTERVISTA IMPOSSIBILE<br>FABRIZIO GIFUNI
Informazioni

Reading tratto da “L’Etranger” di Albert Camus Dj set, tastiera e sonorizzazione: GUP Alcaro regia di Roberta Lena

con Fabrizio Gifuni
suoni G.U.P. Alcaro
costumi Roberta Vacchetti
riduzione letteraria Luca Ragagnin
regia di Roberta Lena
produzione il Circolo dei Lettori

Informazioni

Fabrizio Gifuni, a cent’anni dalla nascita di Albert Camus, rende omaggio allo scrittore francese e alla sua opera con una magistrale interpretazione. Un reading-spettacolo tratto dal romanzo cardine dell’esistenzialismo in un adattamento che vede al centro la contrapposizione – e insieme fusione – di musica e parola. Ed ecco che le suggestioni di un brano dei Cure si alternano, scambiano e rincorrono con le parole di colui che ha dato voce e dignità allo straniero tra gli stranieri. Camus dà corpo e dignità a un indifferente, “straniero” tra gli stranieri. Meursault è un eroe “assurdo”: la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e sentire. Una verità, ebbe a scrivere l’autore, “senza la quale nessuna conquista di sé e del mondo sarà mai possibile”. “Lo straniero” è un libro meraviglioso nella sua atrocità che ci pone di fronte ad un tema attuale ed appassionante. Come appassionante è mettere il personaggio principale nelle mani di un attore così raffinato come Fabrizio Gifuni, senza contare la sua fisicità e particolarità artistica che in qualche modo lo accomuna a quel Mastroianni che Visconti scelse come suo protagonista nel film adattato fedelmente dal romanzo.

LA RECENSIONE

Gifuni, l’indifferente che non sa scegliere

“Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so”, il folgorante incipit de Lo straniero di Albert Camus, è la prima frase che Fabrizio Gifuni pronuncia ne Lo straniero, un’intervista impossibile (…).

Vestito di bianco reso abbacinate dalle luci, circondato da microfoni, Gifuni è lo straniero Meursault che racconta se stesso e la sua vita con un tono svagato ma attento, annoiato ma partecipe, toni che rispecchiano il linguaggio di Camus né popolare né letterario, il suo stile asciutto ed essenziale che fece dire a Barthes che l’autore ha realizzato “uno stile dell’essenza che è quasi un’assenza di stile”.

Da subito Gifuni, bravissimo, riesce ad evocare la complessità del personaggio che tante letture critiche ha offerto, è Meursault, impiegato di origine francese ad Algeri, l’indifferente che non sa

scegliere, che vive trascinato dalla vita, che uccide senza una ragione plausibile, che non sente emozioni e sentimenti, che non si relaziona col prossimo, che vive l’”estraneità” che separa l’uomo dal mondo. Un uomo che vive l’assurdo della vita stretta tra l’indifferenza della natura e il destino certo di morte, sepolti nell’apatia di giornate che scorrono senza motivo, un essere umano povero e nudo che rifiuta, qui sì alzando la voce, un’ipotesi religiosa e consolatoria che dia senso all’esistenza, abbracciando, adesso sì, con coscienza la fine.

Un uomo al quale non resta che la verità di essere come è, e viene condannato per questo più che per un assassinio.

Magda Poli, Corriere della Sera, 10 luglio 2014

FABRIZIO GIFUNI
BIOGRAFIA E PREMI

Fabrizio Gifuni è uno degli attori più affermati del panorama italiano, teatrale e cinematografico.

Terminati gli studi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e il lavoro formativo con Orazio Costa, tra il ‘93 e il 2000 debutta in teatro nell’Elettra di Euripide con la regia di Massimo Castri – che lo dirigerà negli anni a seguire nella Trilogia della villeggiatura di Goldoni – e avviauna feconda collaborazione con la compagnia greca diretta da Theodoros Terzopoulos.

Ideatore e interprete di numerosi lavori dal 2002 al 2012, lavora, insieme a Giuseppe

Bertolucci, al progetto “Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione”, con gli spettacoli “Na specie de cadavere lunghissimo” e “L’Ingegner Gadda va alla guerra o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro» (Premo Ubu 2010, come miglior spettacolo e come miglior attore dell’anno). Completano il vasto e approfondito studio sui due autori le letture integrali di “Quer pasticciaccio brutto di Via Merulana” (2012) e di “Ragazzi di vita” (2014), edite da Emons Audiolibri.

Al cinema e in televisione ha preso parte a più di trenta film, collaborando, fra gli altri, con

Gianni Amelio (“Così ridevano”), Marco Tullio Giordana (“La meglio gioventù” e “Romanzo di una strage”), Giuseppe Bertolucci (“L’amore probabilmente”), Liliana Cavani (“De Gasperi”), Ridley Scott (“Hannibal”), Edoardo Winspeare (“Galantuomini”), Marco Turco (“C’era una volta la città dei matti”, pluripremiato nel ruolo di Franco Basaglia), Davide Manuli (“Beket” e “La leggenda di Kaspar Hauser”), Francesco Bruni (Noi 4) e Paolo Virzì (“Il Capitale umano”).

Rivelazione europea nel 2002 al Festival di Berlino, nello stesso anno ottiene il Globo d’oro della stampa estera e il Premio De Sica. Nastro d’argento nel 2003 per La meglio gioventù, Premio Fellini per l’eccellenza artistica nel 2010, Premio Gianmaria Volontè nel 2012.

Per la sua interpretazione ne “Il Capitale umano” ottiene tutti i principali riconoscimenti della stagione 2014: Premio Vittorio Gassman al BI/Fest, Nastro d’argento e David di Donatello.