Musica Danza 2024/25

Musica Danza 2024/25

Alessandro Taverna racconta la nuova programmazione di concerti e balletti

«È un viaggio di scoperta in cui vale la pena imbarcarsi, per imparare a conoscere di più se stessi attraverso l’arte, per rinnovare la magia dell’incontro tra palcoscenico e platea e viverne l’intreccio irripetibile di corrispondenze, affinità ed emozioni.»

«La programmazione che ci aspetta è aperta alle suggestioni, alle contaminazioni e alla versatilità: abbraccia stili diversi, incuriosisce per i percorsi artistici e culturali che si proiettano oltre la dimensione della musica, appassiona per la presenza dei grandi protagonisti internazionali del palcoscenico, sorprende per la varietà delle proposte.»

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La programmazione di musica e danza 2024/25 del Teatro Verdi si muove fra le variegate trame di stili e linguaggi, offrendo occasioni di godimento e di riflessione che si proiettano oltre una dimensione puramente artistica.

Non a caso la protagonista dell’appuntamento inaugurale sarà la Human Rights Orchestra, fondata e diretta da Alessio Allegrini e coinvolge musicisti provenienti dalle più importanti istituzioni musicali internazionali (Berliner Philharmoniker, Wiener Philharmoniker, Bayerische Staatsoper, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, Tonhalle Zürich) per diffondere la cultura dei diritti umani e dell’impegno sociale attraverso la musica.

Le prime note che si ascolteranno il prossimo ottobre saranno  quelle della Sinfonia del Nabucco di Verdi, l’opera che in modo più eloquente esprime l’anelito alla libertà e al riscatto di ideali vilipesi di ieri e di oggi, come la Sinfonia Dal Nuovo Mondo di Dvořák che chiuderà il programma.

La vocazione di questo originale progetto umanitario è sottolineato anche da alcuni strumenti utilizzati dall’orchestra: infatti, violini, viole e violoncelli sono costruiti con il legno delle imbarcazioni utilizzate dai migranti, simbolo di sofferenza e di speranza.

Insieme a questa straordinaria orchestra sarò solista al pianoforte nel Terzo Concerto di Rachmaninov, presentandomi così al pubblico di Pordenone con particolare emozione nella mia nuova veste di consulente artistico.

In un ideale fil rouge, anche il Concerto perduto “Al bubduqyyia” dell’eclettico violoncellista Giovanni Sollima e dei musicisti del Pomo D’Oro, dedicato a Venezia e alla rilettura in chiave contemporanea delle opere di Antonio Vivaldi, può essere letto alla luce di un altro tema dal forte significato simbolico: quello della multiculturalità e della contaminazione di stili quale fertile terreno per lo sviluppo delle arti senza barriere.

Saranno numerosi i protagonisti della scena musicale internazionale che si succederanno nel corso della programmazione primo fra questi il grande violinista Salvatore Accardo, che riceverà il Premio Pordenone Musica 2024, instancabile formatore di generazioni di violinisti di tutto il mondo. Dirigerà e suonerà con l’Orchestra da Camera Italiana, sintesi e lascito del suo magistero.

Il concerto del Maestro Accardo inaugura un altro percorso musicale che attraversa l’intera programmazione e che ha proprio il violino come fulcro, accomunando i grandi interpreti della vecchia e della nuova generazione: è il caso di Ray Chen, vera star dell’archetto, solista a febbraio nel celebre Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 35 di Čajkovskij che lo vide vincitore nel 2009 del Concorso Queen Elisabeth di Bruxelles. Con lui l’Orchestra della Svizzera Italiana e Tabita Berglund, una delle direttrici europee più carismatiche, di recente designata al vertice della prestigiosa Filarmonica di Dresda.

Ritroveremo Alessio Allegrini, primo corno dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, nella doppia veste di direttore e solista alla testa dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana nel concerto dedicato alla Giornata internazionale della montagna: le evocative atmosfere del Concerto per corno n. 1 di Strauss spingeranno il pensiero e l’immaginazione verso le vette delle Alpi bavaresi, in un viaggio montano che abbraccerà vecchio e nuovo mondo, da Aus den Bergen di Johann Strauss Jr. all’America dei Monti Appalachi di Aaron Copland.

Torna anche l’appuntamento con l’opera lirica, con in programma uno dei capolavori del teatro verdiano: La Traviata nell’allestimento e con i cast artistici del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.

All’inizio dell’anno il debutto a Pordenone dell’Orchestra des Champs-Elysées e del suo direttore Philippe Herreweghe: famoso per le sue letture bachiane e apprezzato soprattutto nel repertorio della musica barocca, si calerà nell’inedita veste di interprete di spumeggianti ritmi di valzer, polke e celebri brani della tradizione austriaca. Un festoso brindisi al nuovo anno accompagnato dalla voce di Alina Wunderlin, soprano di coloratura conosciuta per l’incredibile virtuosismo e la facilità delle note acute, che farà rivivere le atmosfere incantate dei saloni dorati della Vienna di fine Ottocento.

Classica, pop e soul si incontreranno a febbraio, con un omaggio alle pagine più celebri e amate di Stevie Wonder e Ray Charles, reinterpretate dalle “voci soliste” del trombone di Massimo Morganti e del sax di Federico Mondelci, e riproposte in una straordinaria orchestrazione che affianca gli archi alla ritmica pop: una novità assoluta in cui brani rivivono di un sound nuovo che mantiene inalterata la loro potenza espressiva.

Un mix di talento, entusiasmo e simpatia quello che attende il pubblico del Verdi negli appuntamenti di marzo e aprile, a cominciare dalle voci straordinarie dei King’s Singers: tecnica ferrea e innata musicalità, punteggiate da immancabile sense of humour in salsa british, per un capolavoro di perfezione che ogni volta stupisce e commuove. Forte di un successo che dura da più di 50 anni, il sestetto vocale farà rivivere la grande tradizione anglosassone del canto polifonico in uno spettacolo che raccoglie la musica corale scritta in oltre 500 anni di storia, per esplorare la luce e l’oscurità dell’esperienza umana.

Dopo di loro toccherà a Lucas e Arthur Jussen, i fratelli under 35 più famosi della classica, che dall’Olanda si sono affacciati alla ribalta internazionale a raccogliere il testimone delle sorelle Labèque e che hanno guadagnato velocemente consensi unanimi per bravura, fama e ricercatezza di repertorio. Il programma spazia da Mendelssohn-Bartholdy a Ravel, da Schubert a Stravinskij e si preannuncia come un gioco di seduzioni, di moti ondivaghi, di flussi e riflussi dai colori mutevoli, sostenuto da una perfetta condivisione di idee musicali, di fraseggi e di respiri.

L’avvio della programmazione estiva coinciderà con la celebrazione del 20° anniversario del nuovo Teatro Verdi e sarà la voce di Daniela Barcellona a festeggiare questo significativo traguardo, in un gala che vedrà sul palco, insieme a lei e all’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, giovani promesse della lirica, a testimonianza della centralità che assume per il Verdi di Pordenone la missione educativa e formativa verso le nuove generazioni di musicisti.

La programmazione della Danza sarà aperta dal molto atteso appuntamento con Carmen della straordinaria Compañía Antonio Gades. A 150 anni dalla sua composizione, la partitura di Bizet conserva ancora la sua grande attualità: la sua intensità drammatica si unisce alla sensualità, alla passione e alla rivalità riflessi nel flamenco più autentico, eseguito dal vivo da una compagnia di ballerini che vivono e respirano il balletto, rivelando le molteplici sfaccettature di un personaggio combattivo, appassionato e amante della libertà.

Renato Zanella firma le splendide coreografie di Alles Walzer per la Compagnia di Daniele Cipriani, sulle musiche di Johann Strauss: un corale invito alla danza che attraversa la dinamica e la dolce poesia dei valzer viennesi con lievità e spensieratezza, esaltando la velocità e il virtuosismo delle movenze dei dodici danzatori presenti sulla scena.

Infine, la visionaria Trilogia dell’estasi della Compagnia Zappalà Danza, che elabora in chiave coreografica tre capolavori del Novecento sinfonico. Un unico set scenico che racchiude varie tematiche: l’esclusione, il corteggiamento e l’eros nel Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy; l’inclusione, il vizio e la lussuria nel Boléro di Ravel; la persecuzione e il sacrificio ne Le Sacre du printemps di Stravinskij.

La programmazione che ci aspetta è aperta alle suggestioni, alle contaminazioni e alla versatilità: abbraccia stili diversi, incuriosisce per i percorsi artistici e culturali che si proiettano oltre la dimensione della musica, appassiona per la presenza dei grandi protagonisti internazionali del palcoscenico, sorprende per la varietà delle proposte.

È un viaggio di scoperta in cui vale la pena imbarcarsi, per imparare a conoscere di più se stessi attraverso l’arte, per rinnovare la magia dell’incontro tra palcoscenico e platea e viverne l’intreccio irripetibile di corrispondenze, affinità ed emozioni.