IL TEATRO VERDI SI “VESTE” DI POESIA CON L’OMAGGIO A SYLVIA PLATH IL TEATRO VERDI SI VESTE CON UN NUOVO “TATUAGGIO POETICO”, UNA NUOVA INIZIATIVA PER IL PROGETTO “PORDENONE CITTÀ DELLA POESIA”

DOPO PIER PAOLO PASOLINI, PROTAGONISTA ADESSO LA POETESSA AMERICANA SYLVIA PLATH, AL CENTRO DI UN PROGETTO FIRMATO DALL’ATTRICE SONIA BERGAMASCO IL CUI DEBUTTO IN PRIMA NAZIONALE A PORDENONE È STATO FERMATO PER BEN DUE VOLTE DALLA PANDEMIA. È STATA LA STESSA ATTRICE A SCEGLIERE LA POESIA CHE CAMPEGGIA SULLA FACCIATA DEL VERDI, “SOLILOQUY OF THE SOLIPSIST”, IN ACCORDO CON COMUNE DI PORDENONE, IMPEGNATO NEL RINNOVARE LE FACCIATE CHE ORA SI ARRICCHISCONO DELLA NUOVA POESIA

Comunicato stampa

PORDENONE – Furono versi poetici letti online dall’attrice Sonia Bergamasco a salutare il pubblico del Teatro Verdi di Pordenone all’inizio del lockdown della scorsa primavera in occasione della Giornata Mondiale della Poesia 2020. L’attrice rinnovava così il suo affetto per gli spettatori in attesa di poter proporre in prima nazionale, a riapertura del Teatro, il suo progetto “Sylvia Plath, il canto allo specchio”. Mancato l’appuntamento di primavera, questa immersione nella voce della poetessa statunitense doveva debuttare a Pordenone il 25 novembre scorso, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Due importanti momenti, segnati entrambi quest’anno dai drastici cambi di palinsesto dovuti alla pandemia.

Ma il Verdi, proprio in questo difficile momento, ha voluto nuovamente vestire Pordenone di poesia, rinnovando con il Comune quella modalità tangibile e permanente, già inaugurata con i versi di Pierpaolo Pasolini. Ancora una volta, dunque, liriche poetiche tatueranno l’esterno del Teatro: un’installazione visiva in via di allestimento, che vede adesso protagonista una delle voci femminili più nitide e potenti del Novecento: quella di Sylvia Plath, appunto, con la poesia scelta da Sonia Bergamasco “Soliloquy of the solipsist”, impressa in lingua originale. «Sentiamo molto la responsabilità di essere il teatro della città – spiega il presidente Giovanni Lessio – luogo aperto alla cultura e al dialogo. In questi mesi di forzata chiusura abbiamo maturato ancor più la convinzione che siamo anche materialmente un simbolo di Pordenone e come tale abbiamo voluto dare un nuovo segno concreto al progetto “Pordenone città della poesia” iscrivendo sulla parete esterna un nuovo componimento poetico, questa volta nella sua lingua originale, cogliendo lo spunto del direttore artistico di Pordenonelegge Gian Mario Villalta». «Il Comune ha investito molto nel restauro e rinnovo degli edifici culturali, anche con la sistemazione strutturale delle facciate del Verdi, spiega il Sindaco Alessandro Ciriani. Il lavoro ben si completa con questa nuova poesia, in linea con l’idea di arricchire il contesto urbano con opere letterarie e artistiche». «Siamo sempre pronti ad affiancare le realtà che contribuiscono a promuovere la cultura – chiosa il Presidente di Fondazione Pordenonelegge Michelangelo Agrusti – convinti dell’effetto moltiplicatore che ha la conoscenza soprattutto nei confronti delle giovani generazioni».

Nella sua vita artistica, Sonia Bergamasco ha interrogato la poesia in molti modi: tra questi, a colpirla particolarmente proprio la dolorosa vicenda poetica di Sylvia Plath. «La lingua dei suoi versi ha un andamento asciutto, feroce, coinvolgente», spiega. «Chiama a raccolta le nostre fibre distratte e ci chiede ascolto. In attesa che le persone possano tornare a riunirsi», continua l’attrice ringraziando il Verdi per la sua iniziativa, «il Teatro di Pordenone esce allo scoperto e fa cantare le pareti esterne dell’edificio. È arrivata prima dell’attrice, la poesia: la pandemia ha rivoluzionato i programmi. Ma la poesia, in effetti, arriva sempre prima, e dritta al cuore».

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