MASSIMO CIRRI, LAURA CURINO, MARCELLO FERA<br>IL TEMPO SENZA LAVORO

MASSIMO CIRRI, LAURA CURINO, MARCELLO FERA
IL TEMPO SENZA LAVORO

MASSIMO CIRRI, LAURA CURINO, MARCELLO FERA<br>IL TEMPO SENZA LAVORO
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Un happening civile con racconti e musica

a cura di Massimo Cirri, Laura Curino, Marcello Fera
tratto dall’omonimo libro di Massimo Cirri, Paola Fontana e Tiziana Crostelli
con Massimo Cirri, Laura Curino, Tiziana Crostelli, Paola Fontana, Corrado Mandreoli e il Trio Conductus

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Il tempo senza lavoro, ovvero quello che devono amaramente conoscere e affrontare gli ex lavoratori di un’importante azienda informatica trascinata nel baratro da una gestione incompetente e criminale. Un tempo che segna uno sconvolgimento profondo nelle loro vite, costringendoli a ricostruire letteralmente le proprie identità di cui il lavoro (amara scoperta) era un elemento fondante. Attraverso un’assemblea coordinata da un sindacalista e da uno psicoterapeuta che si trasforma rapidamente in un gruppo di auto aiuto, si innesca un processo di riconsiderazione del proprio io e si cercano di aprire delle porte verso un possibile, altro futuro.

Di questo processo parla Massimo Cirri e nel suo libro scritto a più mani e ora nel suo reading, a questi contributi e alla descrizione di quanto accaduto, il celebre conduttore di Caterpillar affianca la storia dell’azienda che si riallaccia nientemeno che alla straordinaria esperienza di Olivetti informatica, simbolo stridente di quello che il nostro Paese avrebbe potuto essere e in parte è stato, ma non è più. Laura Curino legge brani dal libro e recita qualche frammento dal suo noto Olivetti, scritto anni fa con Gabriele Vacis. Cirri parla della sua scoperta della storia dell’informatica italiana e interloquisce con le coautrici del libro e protagoniste della vicenda. Le musiche di Marcello Fera eseguite dal vivo dal Trio Conductus faranno da sipari ed entracte di questa articolata, viva e coinvolgente riflessione sul nostro tempo.

Il libro
Succede che ci sono manager che si prendono delle aziende in crisi, approfittano di quello che c’è e poi buttano a mare quello che rimane. Succede che i lavoratori dell’Agile ex Eutelia di Milano prima subiscono, poi combattono, ma quando la battaglia finisce (e i vertici aziendali sono condotti in Tribunale) manca la terra sotto i piedi e molti cominciano a stare male. Senza lavoro, senza prospettive più in là del divano di casa. Succede anche che qualcuno prova a dire “discutiamone, mettiamoci insieme e parliamo di come stiamo, di cosa stiamo passando”. Lo fanno Massimo Cirri e Corrado Mandreoli della Camera del lavoro di Milano. E a qualcosa serve. Poi i lavoratori si mettono a scrivere, e anche questo serve. Per loro e per gli altri che dovranno passarci, in questo disastro che è la perdita del lavoro. La Scuola Holden, con Elena Varvello, li guida nella scrittura. I lavoratori ripercorrono le vicende vissute, le lotte, le angosce, e soprattutto mettono a fuoco il tempo “non occupato”. Racconti, manuale di sopravvivenza, libro. Ancora non sanno bene come chiamarlo. Libro è troppo poco, non basta. Massimo Cirri cuce le sequenze di quest’avventura con gli autori dei racconti: Patrizia Aprile, Idelma Beghi, Maria Gloria Brazioli, Tiziana Crostelli, Alessio D’Adda, Paola Fontana, Enrico Longoni, Marina Moresco, Carmen Pizzetti, Angelo Ronchi, Luisa Scarpa, Antonella Spinazzi ed Erica Nicola.

L’intervista
Massimo Cirri, toscano trapiantato a Milano, è psicologo e giornalista. Da venticinque anni lavora nei servizi pubblici di salute mentale. Dal 1997 è autore e voce di Caterpillar, su Radio2, autore teatrale con Lella Costa e autore o coautore di diversi libri. Ancora adesso, e da 25 anni, si divide in due: la mattina fa lo psicoterapeuta e ascolta, il pomeriggio fa la radio e parla. “Questo mi fornisce un alibi piacevolissimo: quello di poter fare tutto un po’ male”, dice.
Gli chiediamo come riesca, lui che fa diversi lavori contemporaneamente, a scrivere e parlare del tempo senza lavoro.
“L’idea è nata quando sono venuto a contatto con decine di persone, dirigenti, laureati, appassionati del loro lavoro e incazzati neri perché lo avevano perso per colpa della gestione scellerata della loro azienda. E’ desolante accorgersi a 50 anni che il lavoro è il centro della vita e se lo perdi sei perduto. Ho conosciuto gente depressa, sull’orlo del suicidio. Hanno scoperto che se ne poteva parlare, e sono nati i gruppi di auto aiuto”.
Condividere il dolore aiuta?
“Il dolore condiviso offre una visione diversa, diventa più leggero. Ci si sente meno soli e si affronta la vergogna. Ma il dolore resta”.
E come, questo libro, è diventato un reading?
“L’idea è venuta a Marcello Fera. Poi intorno a me ho riunito persone coinvolte nell’argomento, come Laura Curino che ha scritto il libro sulla Olivetti. Cinquant’anni fa eravamo i primi al mondo a fare calcolatori, adesso abbiamo distrutto tutto”.
Anche per lei il lavoro è così importante?
“Troppo. Io criticavo mio padre che faceva il tessitore e quando non aveva ordini si ammalava. Però lui alle 5 chiudeva e veniva a casa, noi a mezzanotte siamo ancora a leggere le mail”.
E lei senza lavoro sarebbe disperato?
“Penso proprio di sì. Non ho hobby, non faccio sport, potrei fare l’orto come mio nonno che era contadino, ma penso che senza il lavoro sarei perso”.
Lei che resistenze ha dovuto superare sul lavoro?
“Io per fortuna ho un lavoro flessibile in Rai e uno dipendente che mi tutela. In Rai, si sa, è tutto precario. La nostra è un generazione ancora fortunata”.

L’Alto Adige