MARTEDÌ 22 E MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO CON BEN 5 REPLICHE (DUE MATINÉE, DUE SERALI E UNA REPLICA POMERIDIANA) L’ATTORE ELIO GERMANO IN COSÌ È (O MI PARE)
PORDENONE- La tecnologia come campo di ricerca per affrontare i classici da un punto di vista differente: questa è la grande sfida, e al tempo stesso la grande opportunità, di Così è (o mi pare), il nuovo e originale progetto di riscrittura per realtà virtuale del capolavoro pirandelliano Così è (se vi pare), realizzato e diretto da Elio Germano, che ne è anche interprete assieme a numerosi attori, impegnati in un’impresa corale unica nel suo genere.
Martedì 22 e mercoledì 23 febbraio con ben 5 repliche (alle 10.30 con due momenti rivolti alle scuole, due nel consueto orario delle 20.30 e – mercoledì – anche in pomeridiana alle 16.30) il Teatro Verdi di Pordenone presenta in esclusiva regionale questo spettacolo originalissimo prodotto da Fondazione Teatro della Toscana e Infinito Produzioni Teatrali.
Indossando cuffie e visori, il pubblico si trova a essere non più a teatro, ma all’interno del lussuoso appartamento dove si svolge la storia, più precisamente all’interno del corpo di uno dei personaggi, che vede e ascolta tutto: il Commendator Laudisi, anziano padre di Lamberto, che si trova su una sedia a rotelle, invenzione non presente nel copione originale ma utile alla finalità del racconto e alla riflessione sul tema pirandelliano di cosa sia reale e cosa sia vero. Attraverso la visione simultanea, lo spettatore si trova letteralmente immerso nella stessa vicenda a cui assistono gli altri, ma può scegliere dove e cosa guardare. Ne scaturisce un’esperienza incomparabile, che aderisce perfettamente alla riflessione pirandelliana sul conflitto tra realtà e apparenza. Così è (o mi pare) cala il testo del drammaturgo siciliano nella società moderna, dove “spiare” l’altro risulta ancora più semplice grazie all’uso dei social network.
«La realtà virtuale collettiva è una cosa di cui andiamo molto orgogliosi perché è una nostra piccola invenzione» – spiega Elio Germano, che ha condiviso il progetto con il direttore artistico del Teatro della Toscana, l’attore Stefano Accorsi. «Si tratta di un linguaggio ancora nuovo che ci ha colpiti, ma anche potenzialmente preoccupati. Per questo ci è piaciuto sperimentare nei teatri quello che solitamente è destinato all’esperienza solitaria: in contemporanea le persone entrano in una sala e indossano il casco e le cuffie e, in contemporanea per tutti, parte lo spettacolo. Abbiamo portato questa tecnologia fuori dell’alienazione dei propri appartamenti per creare qualcosa a metà tra cinema e teatro». «Naturalmente io spero che il teatro il cinema proseguano ad essere quello che sono sempre stati – sottolinea ancora Germano «la realtà virtuale non è un nuovo modo di fare cinema e teatro, è una terza cosa». «La cultura, soprattutto quella basata sulla ricerca, mi sembra in un momento di allarmante fragilità» – conclude l’attore. «Le forme di sperimentazione sono quelle che ci hanno resi famosi nel mondo, ma non possono sopravvivere senza un supporto da parte dell’ente pubblico: il nostro settore sembra essere il più dimenticato, al contrario magari di altri che, per loro stessa natura, spostano maggiori profitti».
Nello spettacolo anche gli attori Gaetano Bruno, Serena Barone, Michele Sinisi, Natalia Magni, Caterina Biasiol, Daniele Parisi, Maria Sole Mansutti, Gioia Salvatori, Marco Ripoldi, Fabrizio Careddu, Davide Grillo, Bruno Valente, Lisio Castiglia, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli. Con la partecipazione di Isabella Ragonese e Pippo Di Marca