COMPAGNIA BALLETTO CLASSICO COSI-STEFANESCU<br>GROUND ZERO – NUOVO GIARDINO

COMPAGNIA BALLETTO CLASSICO COSI-STEFANESCU
GROUND ZERO – NUOVO GIARDINO

COMPAGNIA BALLETTO CLASSICO COSI-STEFANESCU<br>GROUND ZERO – NUOVO GIARDINO
Informazioni

coreografia di Marinel Stefanescu Compagnia Balletto Classico
Liliana Cosi – Marinel Stefanescu

 GROUND ZERO – NUOVO GIARDINO
Spettacolo di balletto in un atto e sei quadri

Musiche di Samuel Barber – Adrian Enescu – P.I. Čajkovskij
Idea coreografia e luci: Marinel Stefanescu
Maitre de ballet: Liliana Cosi
Assistente: Beatrice Flaborea
Quadri, scene e costumi:  Marinel Stefanescu
Regia video-proiezioni: Pier Paolo Pessini
Realizzazione scene: Hristofenia Cazacu e Mihail Gyorgy
Realizzazione costumi: Maria Toasca
Capotecnico: Massimo dalla Bella

Personaggi principali e interpreti in ordine di apparizione:

Il Figlio   Rezart Stafa
La madre   Michela Creston
I due Innocenti Bianca Assad, Dorian Grori
Un angelo   Tiljaus Lukaj
L’angelo  Alexandr Serov
Una fanciulla   Elena Casolari

Informazioni

Il balletto rientra nel filone delle grandi produzioni della Compagnia Balletto Classico Liliana Cosi – Marinel Stefanescu, che si avvalgono di musiche originali, frutto della lunga collaborazione col compositore Adrian Enescu (1948). Tutto lo spettacolo, in ogni sua parte e dettaglio, è nato ed è stato realizzato negli ambienti del Centro d’Arte Coreografica che i due artisti hanno fondato nel 1978 a Reggio Emilia.

L’espressività del linguaggio coreografico di Stefanescu nasce certamente dalla sua formazione classica, senz’altro la più universale, ma è fortemente personalizzato dall’ispirazione degli autori musicali, dalle sue radici in terra di Romania e dall’immedesimazione con le grandi problematiche di oggi, in una ricerca tutta interiore. Così il tragico evento del settembre 2001 ha generato in lui una riflessione più ampia sul dolore che da sempre affligge, in modi diversi, l’umanità. Dolore che qualcuno 2000 anni fa ha condiviso e illuminato. Da qui nasce l’idea iniziale del balletto L’Icona della Memoria sull’adagio per archi di Barber che presenta personaggi che sono “segno di contraddizione”, per offrire una speranza sottile ma indelebile, si può dire storica, che accompagna lo spettatore in tutto il percorso dell’opera.

Fin dalle sue prime creazioni, Stefanescu ha sempre curato oltre all’idea e alla coreografia anche il ‘light designer’ e spesso anche i costumi. Con Ground Zero – Nuovo Giardino si realizza un sogno, nell’idea costante dell’unità delle arti, un nuovo passo in cui si rendono protagoniste la pittura in simbiosi con la coreografia. Dopo il primo quadro sopra descritto, lo spettacolo entra nel vivo sulle grandi tematiche venute alla ribalta nel terribile 11 settembre: distruzione, sofferenza, lotta, contrapposizione di simboli opposti, sempre in chiave universale, oltre il tempo e lo spazio. In questo contesto persino i brani sinfonici di Čajkovskij sembrano trovare-incastonati nei brani originali di Adrian Enescu-la loro esatta collocazione. La complessa azione coreografica che si avvale degli stili più diversi e di un importante apporto multimediale, s’intreccia fantasticamente coi quadri musicali, nell’intento di passare al pubblico la massima forza del messaggio finale: una ‘nuova speranza’ e da qui l’idea del titolo: un Nuovo Giardino.